Giornata mondiale sull’autismo

Giornata mondiale sull’autismo

L’occasione è nata nell’ambito del progetto “Open Sport”, il cui obiettivo è quello di favorire l’inclusione e la socializzazione delle persone in condizione di disabilità fisica o intellettiva, e delle persone che stanno vivendo una situazione di disagio relazionale a causa delle dipendenze.

Lo sport e l’attività fisica in generale sono infatti lo strumento eletto per il miglioramento generale della vita di chi si trova in condizioni di particolare fragilità.

Il parco che circonda la tenuta di Exodus ha accolto, sabato, quasi 70 minori disabili che sono stati seguiti da 20 operatori sportivi della disabilità, tra i quali almeno 5 istruttori specializzati nelle varie discipline. Baskin, pallacanestro in carrozzina, allenamento funzionale, karate, attività ricreative e laboratori all’aperto, hanno permesso di alzare l’asticella delle opportunità per i ragazzi e i bambini coinvolti e anche per le loro famiglie.

Lo scopo di tutto il progetto è infatti proprio quello di disporre di un’offerta sempre più variegata e numerosa di attività sportive, praticabili anche per le persone con disabilità.

Essere disabili o trovarsi in una condizione di disagio sociale, secondo il presupposto del progetto “Open Sport”, non può e non deve essere un limite alla possibilità di affrontare le sfide dello sport, e alle occasioni di confronto e crescita in mezzo agli altri.

Non è stato trascurato l’aspetto sanitario e l’attenzione verso i partecipanti che hanno avuto a disposizione anche un osteopata e un medico per effettuare gratuitamente l’elettrocardiogramma a chi ne avesse fatto richiesta.

Un incoraggiamento speciale è arrivato dall’atleta plurimedagliato Giuseppe Campoccio, conosciuto come “Joe Black”, campione paralimpico di getto del peso, lancio del disco e lancio del giavellotto, che ha al suo attivo ben 124 medaglie e si sta preparando, in queste settimane, alle Para Olimpiadi di Parigi che si svolgeranno dal 28 agosto all’8 settembre prossimi. Campoccio ha portato la sua testimonianza durante l’incontro che si è svolto nella Sala Talenti di Exodus (concomitante alla manifestazione sportiva esterna), e che ha visto, tra i partecipanti, Luigi Maccaro, responsabile Exodus Cassino e Assessore Comunale alla Coesione Sociale, la coordinatrice del progetto Open Sport Emanuela Torcinaro, l’educatrice professionale Marcella Vaccari, da Modena, Silvia Cannizzo del progetto OpenHub Lazio, il delegato provinciale del Comitato Italiano Paralimpico Eliseo Ferrante, e Franco Mazzarella del Sindacato Pensionati Italiani di Frosinone/Latina. All’incontro hanno preso parte anche molti genitori ed operatori dei ragazzi disabili, che hanno voluto lasciare la loro testimonianza parlando dell’esperienza dei rispettivi figli nei percorsi sportivi già avviati grazie ad Open Sport. Tra loro anche Laura De Fabritiis, socia fondatrice di LiberAutismo, e Isabella Mollicone, presidente di Aide.

L’impegno di enti, associazioni e persone coinvolte ha permesso ad Open Sport di rendere operativi, già da questi giorni, gli hub sportivi di Cassino, Piedimonte San Germano e Atina, che ospiteranno ciascuno una delle discipline sportive disponibili per i ragazzi, i bambini e gli adulti disabili. I corsi, che saranno tenuti da istruttori e operatori qualificati, sono completamente gratuiti. Per accedervi è necessario contattare lo Sportello di Orientamento in modo da fissare un appuntamento o una consulenza (disponibile anche direttamente in modalità on line) con gli educatori. Successivamente al colloquio conoscitivo sarà possibile stabilire il percorso sportivo più adatto alla propria condizione o alle inclinazioni di ciascuno.

di Barbara Mollicone

 

Demos in maggioranza a Sora con Cerqua

Demos in maggioranza a Sora con Cerqua

AlessioPorcu.it, intervista di Piero Cima Sognai |

Demos sale in cattedra amministrativa a Sora con la consigliera Manuela Cerqua investita di delega alla Biblioteca, al Museo e all’Archivio E’ la prova provata che state funzionando?

È la prova provata che noi facciamo politica per metterci al servizio del bene comune. Prendiamo impegni con gli elettori e ci rimbocchiamo le maniche per mantener fede a quegli impegni. Come per le tante cose fatte a Cassino, anche a Sora la nostra consigliera Manuela Cerqua lascia i banchi della minoranza per assumere alcune responsabilità che, alla luce delle sue competenze professionali, ci consentiranno di contribuire all’ottimo lavoro amministrativo che sta portando avanti il Sindaco Luca Di Stefano, che ringrazio a nome di Democrazia Solidale, insieme a tutta la maggioranza che ci ha accolti.
Biblioteca, Museo e Archivio possono migliorare diventando più accessibili e più inclusivi. Una rete di luoghi di studio e di ricerca ma anche di socializzazione e di crescita collettiva. Un impegno per il quale saremo tutti al fianco di Manuela con la serietà e la concretezza a cui siamo abituati.

Riguardo a Cassino ha parlato di una “coalizione della serietà e della concretezza per una città solida e solidale”. Può spiegarsi meglio?

Una coalizione è seria quando la realizzazione degli impegni presi nei confronti dei cittadini non vengono mai messi in secondo piano, per nessuna ragione, rispetto alle vicende politiche, agli interessi di partito o, peggio ancora, personali. E così è stato per i 5 anni a guida Salera. Sulla concretezza penso che non temiamo confronti con nessun’altra esperienza amministrativa del passato: dalle opere pubbliche alle assunzioni, dai progetti sociali alla gestione delle emergenze, tutti gli obiettivi raggiunti parlano dell’efficienza di questa squadra. Una città “solida” è una città con i conti a posto e il bilancio risanato che ci ha fatti uscire dal dissesto finanziario deliberato nel 2018 dal centrodestra ma anche una città che mette fra le sue priorità la sicurezza delle scuole e il dissesto idrogeologico. Mentre la città “solidale” è quella per cui ci siamo spesi molto in questi anni affinché ci fossero risposte per i cittadini più fragili: taxi sociale, emporio solidale, sostegno alla spesa e agli affitti, affido familiare, monitoraggio degli anziani soli, consulta disabili, sostegno psicologico per adolescenti. Sono le nostre parole d’ordine: serietà, concretezza, solidità e solidarietà.

Perché a suo avviso Cassino è città migliorata rispetto a 5 anni fa e dopo tanti sfasci planetari?

Cassino è migliorata perché la cittadinanza ha recuperato fiducia in sé stessa, scoprendosi come luogo attrattivo per un territorio molto vasto. Il simbolo è il centro pedonalizzato dove si incontrano le persone che fanno la fila per entrare a Teatro e gli studenti stranieri dell’università, le persone dei paesi vicini che frequentano i locali e che entrano nei negozi. Non ci sono più quelli che dicono dalla mattina alla sera che tutto va male e che tutto andrà sempre peggio. Finanche le opposizioni non hanno argomenti per decantare i mali di Cassino e perciò ripetono cantilene vuote del tipo “l’isola pedonale è bella ma ci voleva maggiore condivisione”. La verità è che avrebbero voluto bloccare in tutti i modi il progresso della città e i cittadini lo hanno capito.

Dica la verità, quei 40 milioni di euro spesi nel pubblico li considera una polizza di assicurazione per vincere?

No, la vittoria in tasca non ce l’ha nessuno. 40 milioni di euro di opere pubbliche sono un fatto storico per la nostra città, quasi una seconda ricostruzione: la prima c’è stata dopo la guerra, la seconda è avvenuta dopo stagioni politiche segnate da scarsa competenza, veti incrociati, interessi contrapposti. Noi abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo ridato credibilità alla politica. Ora la parola spetta giustamente ai cittadini. A quelli che si candideranno per portare il loro contributo nelle istituzioni comunali e a quelli che andranno a votare sapendo che “se tu non ti occupi della politica, la politica si occupa di te”.

Il cambio di passo dell’Europa che lei auspica è possibile? E quale contributo potrebbe dare il voto cassinate?

Il mondo sta andando sottosopra. La Russia, il Medioriente, l’Africa e il sud-est asiatico: troppi focolai, troppe dittature, l’America sempre più debole ci impongono uno sforzo storico per ridare centralità al nostro continente. Credo molto nel progetto degli Stati Uniti d’Europa perché solo così si potrà svolgere un ruolo di primo piano a livello politico, diplomatico, economico ma soprattutto culturale. E’ una scommessa troppo importante e noi italiani la dovremmo smettere di usare il voto europeo per regolare i conti interni. Al Parlamento Europeo dovremmo eleggere persone capaci di costruire interessi comuni di fronte al resto mondo. Sull’energia, sulla difesa, sulla salute. Dobbiamo volare alto e invece stiamo ancora qui a raccontarci la favoletta dei fondi europei. Per intercettare i finanziamenti europei servono bravi progettisti. Essere parlamentare europeo è altra cosa. Pure Exodus prende i finanziamenti europei ma mica servono i parlamentari per questo! Dobbiamo alzare il livello: anziché difendere il proprio orticello dobbiamo entrare in rete con tanti altri soggetti e costruire entità capaci di cogliere le sfide globali.

Una Pasqua difficile…

Una Pasqua difficile…

È una Pasqua difficile, nella quale si fa fatica ad intravedere i segni della resurrezione.
Perché manca la fiducia nella domenica che deve venire. Viviamo un’inquietudine nuova che facciamo fatica a raccontarci, quasi come se ce ne vergognassimo. L’attentato a Mosca, la guerra in Ucraina che dopo due anni sembra una specie di Vietnam europeo, la strage di bambini e di civili a Gaza, la corsa al riarmo… Tutto sembra dirci che si è aperta un’epoca nuova per l’Europa.
Quella stessa Europa in cui 9 milioni di adolescenti soffrono di problemi mentali e dove il suicidio è la prima causa di morte tra i 15 e i 19 anni.
Poi ci meravigliamo se a Cassino vanno a votare solo 200 ragazzi su tremila aventi diritto al consiglio comunale dei giovani.
Mi sembra che siamo immersi in una nuova pandemia dove il virus del disagio avvolge tutti con ricadute sociali, educative, culturali ed anche politiche.
Le banalizzazioni populiste (a destra come a sinistra), l’uso della paura per intercettare il consenso non fanno altro che aumentare angoscia e rancore.
Siamo di fronte ad una specie di Mar Rosso che per essere attraversato ha bisogno di guide sicure, leader capaci e credibili.
Serve una nuova cultura politica, senza nostalgie e senza sorrisi di plastica.
E invece abbiamo di fronte una sfida americana come quella tra Biden, 81 anni, con una salute malferma e Trump, 77 anni, con tutti i suoi casini, che si candidano a guidare il mondo…
Quando è finita l’epoca dei grandi sogni, del desiderio di partecipazione per cambiare il mondo e migliorare le condizioni di vita di tutti?
Da quando abbiamo più preoccupazioni che speranze, più ansia che voglia di lottare per le conquiste sociali?
Cercasi persone di buona volontà per lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato…
La Pasqua siamo noi, se siamo capaci di attraversare la paura e trasformarla in speranza attraverso il nostro impegno personale e collettivo.
Senza scuse, senza giustificazioni, senza dire “non ho tempo per queste cose” ma anche senza giudicare chi sceglie di non impegnarsi.
Buona preparazione…

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Ripartiremo dalla cura degli anziani

Ripartiremo dalla cura degli anziani

Dalla “trincea” dei Servizi Sociali alle dinamiche in maggioranza. Luigi Maccaro, assessore alla Coesione sociale e coordinatore di Demos, affronta con il piglio del professionista il primo ruolo e con la passione delle idee il secondo.

Nella tornata elettorale di giugno, scenderà in campo nuovamente al fianco di Enzo Salera. Lo farà con la lista del suo partito, Demos, che – a sorpresa – è riuscita a convincere anche il consigliere comunale Luca Fardelli che fino a pochi giorni fa sedeva in minoranza. Nonostante svariate aperture e intese amministrative che lo hanno visto sempre sbilanciato più verso la maggioranza che nei confronti dell’opposizione più radicale.

Assessore, il suo è un Assessorato da prima linea. Qual è la fotografia del disagio sociale e della povertà nella realtà cassinate? Registra un peggioramento rispetto a quando si è insediato?

Mi fa impressione l’incremento di problemi di salute mentale che accompagna tante situazioni di disagio sociale. In questi anni abbiamo attivato tre progetti di assistenza psicologica rivolti in particolare agli adolescenti. Depressione, ansia, disturbi comportamentali, richiedono interventi importanti, immediati e in sinergia con le strutture della sanità territoriale. L’integrazione socio-sanitaria è ancora la più importante sfida aperta che abbiamo di fronte. Abbiamo affrontato emergenze epocali ma il disagio profondo viene dalla paura del futuro, dallo scoraggiamento, dalla solitudine che si trasforma in rancore sociale. Per questo il valore sociale della pedonalizzazione del centro va molto al di là degli aspetti urbanistici e diventa spazio per ritrovarsi come comunità.

Quando sarà inaugurata, invece, la “Casa di Willy?”

La determina di affidamento è pronta. Purtroppo abbiamo una carenza importante di personale amministrativo e le difficoltà burocratiche rallentano parecchio il lavoro sociale. Ma ormai ci siamo e San Bartolomeo avrà il centro di aggregazione giovanile che merita. I ragazzi di quel quartiere avranno un punto di riferimento educativo importante che saprà rivoluzionare il loro tempo libero. Quest’estate fioriranno le iniziative e poi a settembre sarà garantito il doposcuola e tante altre attività formative.

A proposito di politiche giovanili: con le elezioni di ieri è entrato nel vivo anche il consiglio comunale dei giovani. Soddisfatto della partecipazione?

Sono molto contento di aver avviato questa importante forma di partecipazione che coinvolge i giovani tra i 15 e i 25 anni. Dalla pandemia ancora stiamo pagando le conseguenze gravi dell’isolamento sociale e dell’abuso tecnologico. Il consiglio dei giovani è un passo importante per invertire la tendenza. Adesso ci aspettiamo proposte concrete fatte dai giovani per i giovani e siamo pronti a recepirle e a finanziarle con fondi già stanziati. Le politiche giovanili sono queste: non siamo noi adulti che dubbia fare cose “per” i giovani. Dobbiamo invece mettere a loro disposizione strumenti e risorse affinché possano essere protagonisti. Oltre le parole vuote questi sono fatti concreti.

Veniamo alle comunali. Il consigliere Luca Fardelli, dopo cinque anni di opposizione, si presenta a sostegno di Salera proprio nella lista di Demos. Un’alleanza strategica o una “conversione”?

In questi anni ci siamo trovati più volte dalla stessa parte sulle scelte provinciali e abbiamo riallacciato un percorso nato ai tempi del partito popolare. Ho sempre apprezzato l’attenzione di Luca nei confronti delle problematiche legate alla sanità. Questione complementare alle politiche sociali perché riguarda le persone più fragili. Credo che insieme potremo fare un buon lavoro a partire da una proposta di Luca che abbiamo subito fatto nostra come Demos: una commissione speciale sui problemi della sanità capace di dare ancora più forza alle istanze che provengono dal cassinate. Non facciamo strategie, proviamo ad occuparci dei problemi delle persone, questa per noi è la politica.

La maggioranza ha deciso di chiudere le porte ad alcuni aspiranti consiglieri per non snaturare l’identità del progetto iniziale. Lei è d’accordo?

In questi anni ho sempre cercato di promuovere allargamenti della maggioranza su temi e progetti amministrativi. Le mie proposte in consiglio comunale sono sempre state votate anche dalle minoranze che, infatti, non ho mai chiamato opposizioni. Altra cosa però è l’opportunismo dell’ultimo momento: non si può beatificare Buongiovanni la sera e poi cercare posto nelle liste di Salera la mattina. Oppure criticare in maniera feroce la nostra amministrazione e poi fare finta di niente. La fila di chi corre in soccorso del vincitore è sempre lunga ma ormai siamo fuori tempo massimo. Quella guidata da Salera è una squadra orientata al risultato, alla realizzazione di progetti amministrativi in tutti i campi. Ed è stato ampiamente dimostrato. Chi ha lavorato per un’alternativa a Salera, dimostri di cosa è capace.

Il progetto dell’amministrazione Salera di cui va più orgoglioso e uno che vorrebbe fosse inserito nel programma dei prossimi cinque anni.

Sicuramente l’emporio solidale, l’affido familiare, il taxi sociale e tante altre iniziative ma c’è un progetto che abbiamo approvato pochi giorni fa che si chiama “Viva gli anziani!” e che realizzeremo insieme ai quattro Centri Senior della nostra città. È rivolto agli anziani fragili e soli e nasce dall’esperienza del monitoraggio attivo fatto durante il lockdown. Ne parleremo meglio ma la cura degli anziani soli è un tema che mi sta particolarmente a cuore e che nei prossimi cinque anni dovrà avere una priorità assoluta, a partire dall’assistenza domiciliare e da tutto ciò che è utile a prevenire il ricovero in strutture residenziale. Invecchiare in casa propria è un diritto fondamentale su cui dobbiamo impegnarci ancora tanto.

Il lavoro sociale

Il lavoro sociale

Il lavoro sociale richiede oggi un alto livello di professionalità affinché gli interventi possano concretamente migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità.
Per questo ha una dimensione duplice: da un lato quella professionale dall’altro quella politica perché agente di cambiamento sociale.
Partecipare agli incontri di formazione organizzati dal prof. Maurizio Esposito dell’Università degli Studi di Cassino è sempre un’occasione imperdibile di confronto e accrescimento delle conoscenze in un campo che è costretto a mutare profondamente e rapidamente di fronte ai cambiamenti sociali.
In questi 5 anni di assessorato abbiamo affrontato 3 emergenze importanti: la pandemia, l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina e la chiusura del reddito di cittadinanza. E malgrado il dissesto finanziario del Comune abbiamo lanciato numerosi progetti innovativi.
L’abbiamo potuto fare grazie alla professionalità dei nostri assistenti sociali capaci di costruire di volta in volta una rete di protezione intorno alle persone fragili che vengono prese in carico e, allo stesso tempo, capaci di realizzare interventi di comunità rivolti a fasce di popolazione fragile.
#cassinosociale #cassino2024 #laforzadelnoi

Il voto di giugno al fianco di Salera

Il voto di giugno al fianco di Salera

La “cafonaggine istituzionale” di chi ha mollato l’inaugurazione Unicas, il no alle lusinghe per Sebastianelli-Pistoia, il possibile recupero di Petrarcone e quello ormai certo di Fardelli Il voto di giugno al fianco di Salera. Con un occhio ai tragici fatti di Frosinone.

Per un certo periodo di tempo è stato indicato come il totem della possibilità che Enzo Salera facesse i conti con crepe di compattezza nella sua squadra amministrativa a Cassino. Non è stato così. Poi è stato soppiantato dalla new entry presunta Barbara Di Rollo con tutta la vicenda nata dal famigerato “pranzo della Foresta”: cioè il pranzo con l’opposizione consiliare di centrodestra al quale prese parte proprio la presidente d’Aula. Che in quell’occasione ebbe a dire che Luigi Maccaro sarebbe stato il candidato sindaco ideale al posto di un bis per l’uscente Enzo Salera. Neanche allora andò come si credeva/sperava.
Alla fine Luigi Maccaro ha dimostrato di essere… quello che è.
Uno che cioè non deroga dalla lealtà ma che nel farlo non deroga neanche da una certa franchezza “militare”. Paro paro il sindaco uscente, a ben vedere, che non a caso la sua naja se l’è approntata da ufficiale in quel piccolo inferno che stava alla SCUFC, la Scuola Ufficiali di Complemento dell’Esercito Italiano a Cesano di Roma.

Discutere forte ma senza isteria
E che sa mettere entrambe le cose a crasi ma senza mai arrivare al parossismo delle fratture isteriche tipiche della politica di primo pelo.
L’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cassino è tra coloro che a giugno proveranno a chiedere la riconferma all’elettorato della Città
Martire. Come intenda farlo e come giudica il quadro attuale che di quel voto sta rivelando lo scenario step by step ce lo ha voluto dire rispondendo ad alcune domande. Qualcuna di prammatica, qualcun’altra meno. Tanto il tipo, come direttore di Exodus Cassino, alla schiettezza scabra ci è abituato, e non è uso fare lo slalom attorno alle polpette avvelenate.

Parliamo di primarie, diciamo concettualmente: le ritiene uno strumento di democrazia oppure una pratica cassabile quando mantiene rigore ma perde utilità?

Io sono per le primarie sempre. E’ chiaro che la candidatura per il secondo mandato di Enzo Salera non si discute neppure. Ma nel 2029 nel centrosinistra si riparte da zero. Chi è contro le primarie è contro la trasparenza ed è contro gli elettori. Come il centrodestra di Cassino.

Fosse per lei proverebbe a tirare a bordo il duo Sebastianelli-Di Folco, cioè i protagonisti delle primarie che dovevano essere di centrodestra ed invece hanno generato un campo assolutamente ostile al centrodestra? E se sì, quando: subito o ad un ipotetico ballottaggio?

Né ora né mai. Non abbiamo niente in comune. Sono sempre stato contrario alle ammucchiate. Nel 2019 sono stato preso a male parole quando ho detto “o noi o Evangelista e compagni”. Il riferimento era a Franco Evangelista, figura elettoralmente di spicco come dimostra il fatto che poi sia stato eletto in Consiglio. Ma veniva dalla precedente amministrazione di centrodestra del Sindaco Carlo Maria D’Alessandro nella quale aveva avuto un ruolo non secondario. Con Evangelista siamo amici ma in politica bisogna essere coerenti: il centrosinistra fa il centrosinistra e la destra fa la destra.

Lei ha stigmatizzato fortemente il comportamento di quanti hanno abbandonato al seguito di Francesco Rocca l’inaugurazione dell’anno accademico. Ma Benedetto Leone le ha fatto notare che i “fuggitivi” non erano solo del centro destra…

La cafonaggine istituzionale non ha appartenenza politica, è cafonaggine, punto. Infatti io non mi sono mai sognato di additare quelli di una parte politica, mi sono riferito a tutti indistintamente. Quando l’ho spiegato a Leone non mi ha più risposto.

Cassino e il voto amministrativo: la squadra di Enzo Salera ha fatto un po’ di “Hollywood” sulle spaccature e molto “Rossellini” sulla loro capacità di minare la compattezza dell’amministrazione. Qual è il segreto, che cemento usate?

Si chiama serietà e non la vendono a sacchette. O ce l’hai o non puoi fartela venire. Si discute ma non si tradisce il mandato degli elettori come ha fatto il centrodestra con il sindaco D’Alessandro. Sulle provinciali, e solo sulle provinciali, ci siamo divisi ma sul governo della città abbiamo mantenuto gli impegni presi nel 2019, andando ben oltre malgrado dissesto e pandemia.

Luca Fardelli in lizza con il “suo” Demos: che vi siete detti per trovare la quadra? Perché l’avete trovata no?

Non è difficile, veniamo da un pezzo storia comune vissuto con La Margherita di Lino Diana e Francesco Scalia. Ci siamo formati alla scuola del popolarismo anche se poi ha vinto il populismo dei grillini e della destra. Oggi per arginare quel vuoto politico serve un compromesso, che viene da cum promittere cioè promettere insieme di fare delle cose per il bene della città. Ma ci stiamo ancora lavorando.

La briscola aggiuntiva di Salera sarà Peppino Petrarcone? Che sa della vicenda?

So che ci sono delle interlocuzioni e questo mi fa molto piacere perché Petrarcone è una grande risorsa per il centrosinistra. La sua esperienza, al di là delle elezioni, è una ricchezza di cui non possiamo fare a meno. Con Petrarcone è cominciato il vero cambiamento della città: penso al Parco Baden Powell, alla riqualificazione di piazza San Giovanni o all’introduzione della raccolta differenziata. Noi abbiamo continuato una strada aperta da Peppino.

Arturo Buogiovanni è bravo, ed è un fatto. Ma è bravo perché unisce o sono stati bravi quelli che lo hanno incoronato collante?

Arturo non è bravo, è bravissimo! Come persona e come professionista. Che sia bravo in politica è tutto da dimostrare. Ma se il buongiorno si vede dal mattino siamo messi male: in primis perché si è lasciato cooptare anziché scendere in campo con una propria forza ed un proprio progetto politico. Mi pare che a destra la storia non insegni granché. È un mese che ascolta e sorride, sorride e ascolta, ma cosa voglia fare come Sindaco, a parte soffocare il centro con tremila studenti e insegnanti e paragonarsi a Giorgio La Pira, non si capisce. Vedremo.

Fino a che punto la Cassino che vede lei coincide con la Cassino che vuole continuare a vedere Enzo Salera?

Io penso che in questi anni abbiamo abbiamo fatto passi importanti nella stessa direzione. Una direzione che è ben sintetizzata dallo slogan di Demos: “Cassino solida e solidale”. Solida perché con i conti a posto, le scuole in sicurezza, il centro vivibile. Solidale perché non lascia indietro nessuno, si apre ai giovani e fa squadra con la società civile. A giugno o vince un NOI e la città continua a cambiare in meglio o vincono loro ed è un salto nel buio.

I tragici fatti della sparatoria a Frosinone e il tema della sicurezza: al di là di ogni polemica d’onda emotiva, cosa andrebbe migliorato per prevenire fatti simili?

Penso che siamo tutti responsabili della mancanza di sicurezza che c’è nelle nostre città e in particolare nei luoghi del divertimento. I ragazzi hanno il sacrosanto diritto di trascorrere serate in serenità senza rischiare la vita.

Si, ma nel concreto?

Il turno serale della polizia locale, soprattutto il sabato nei luoghi della movida, dovrebbe diventare una priorità assoluta. Malissimo ha fatto la sinistra a lasciare il tema della sicurezza alla destra: la protezione dei ragazzi è un dovere morale per tutti.

La prima responsabilità è dei gestori

La prima responsabilità è dei gestori

Incontriamo sempre più persone con problemi di ansia, depressione, attacchi di panico che hanno trovato sollievo nell’uso di alcol e droghe, peggiorando in questo modo la loro situazione aggiungendo anche una dipendenza patologica.
Molti ragazzi raccontano di usare cannabis perché li fa sentire meno ansiosi ma quello che sembra un aiuto nel breve termine in realtà diventa ben presto un danno enorme.
Uno squilibrio emotivo tipico dell’età adolescenziale.
I questionari somministrati dagli operatori dell’unità mobile hanno confermato anche per il 2023 che il 30% degli studenti delle scuole superiori ha provato almeno una volta ad usare sostanze stupefacenti.
Educatori che stanno molto spesso tra i ragazzi nelle serate dei fine settimana per fare informazione e prevenzione.

Non è giusto dare la colpa alle famiglie: oggi educare è impresa difficilissima. Così come è riduttivo imputare alle forze dell’ordine la mancanza di controlli. In queste vicende la prima responsabilità è dei gestori dei locali. Alcuni dei quali, in coscienza, adottano comportamenti responsabili. Altri no.

Siate artigiani di Pace!

Siate artigiani di Pace!

Bellissima mattinata insieme ad oltre 400 scout per manifestare per la pace in occasione del Thinking day 2024, la Giornata del Pensiero che unisce gli scout di tutto il mondo.
Ho avuto l’onore di portare i saluti del Sindaco Enzo Salera e dell’Amministrazione comunale e l’ho fatto con queste parole:
«Grazie a voi tutti per aver voluto questo momento di pace, questo momento di testimonianza rivolto alla nostra città di Cassino. Oggi siamo qui per dire che noi scegliamo la pace, che noi restiamo umani, che noi non ci abitueremo mai alla guerra e che mai diventeremo degli indifferenti.
La Pace deve, oggi più che mai, essere un sogno concreto. Certo, è difficile che i sogni siano concreti. Anche gli ideali, le profezie sembrano essere tutt’altro che concreti.
Ma noi siamo qui oggi perché crediamo profondamente alla concretezza di questo sogno.
In questa nostra Europa abbiamo deciso 80 anni fa di non permettere mai più una guerra fra due popoli: un risultato enorme all’indomani della seconda guerra mondiale! Un progresso enorme delle nostre democrazie dal quale non vogliamo retrocedere.
Eppure da due lunghissimi anni, nel cuore della nostra Europa, in Ucraina, si combatte, si muore, muoiono soldati, muoiono civili, muoiono bambini. Perché la Russia ha invaso l’Ucraina e perché Putin ha invaso la Russia.
Noi scout ci sentiamo CITTADINI DEL MONDO per questo crediamo che le ucraine e gli ucraini sono nostre sorelle e nostri fratelli. Ed anche le russe e i russi lo sono. La popolazione ucraina è sorella della popolazione russa ed entrambe sono sorelle della nostra popolazione: che è la popolazione europea.
Non c’è e non ci deve essere un popolo nemico di un altro popolo.
Né in Europa né in Medio oriente né in nessuna altra parte del mondo.
Penso a quanto accade ogni giorno nella striscia di Gaza: migliaia di bambini uccisi, una vera e propria strage degli innocenti. più passano i giorni, più aumentano i morti e le violenze.
Di fronte a questi disastri però, dai quali ci sentiamo profondamente interrogati, vale la responsabilità personale e quella collettiva: nei cuori di ciascuno non può esserci spazio per il desiderio di conquistare, avvilire e devastare un altro popolo, altre persone. Siamo qui per dire che per noi, CITTADINI DEL MONDO, non contano i confini, contano le persone.
C’è chi pensa ancora che l’umanità possa tollerare un conflitto continuo. Il Papa l’ha chiamata “terza guerra mondiale a pezzi”. Ma non è questo il mondo che vogliamo costruire.
E lo diciamo da qui, da Cassino, una città legata all’Europa, legata al mondo, perché Cassino è una città martire, testimonianza del desiderio di pace, speranza in un sogno concreto che si chiamava e si chiama ancora oggi Pace.
Ogni volta che pensiamo alla guerra ci viene naturale pensare ai bambini: sta lì tutta la nostra responsabilità, tutta la nostra civiltà. Il grado di civiltà di una società si misura da questo: da quanto si riesce a permettere ai bambini di crescere nella libertà e nella giustizia.
Noi pensiamo di poter costruire la pace partendo dall’educazione delle giovani generazioni, camminando insieme a loro lungo le strade della nonviolenza e della mondialità, con spirito di fratellanza universale, rispetto delle differenze culturali e religiose, occasione di dialogo e di arricchimento.
“E le genti che passeranno ti diranno che bel fior”: Ecco, teniamo presente che chi viene dopo di noi, i nostri figli, i nostri fratellini, giudicherà la bellezza di ciò che abbiamo fatto se saremo capaci di consegnare loro un pianeta in cui fioriscono fiori di pace, di uguaglianza, di giustizia.
Ecco perché siamo chiamati tutti a fermarci e ad essere ARTIGIANI DI PACE. Grazie a tutti voi di essere qui e buona strada!»
Basta guerra!

Basta guerra!

Basta guerra! Due anni di guerra in Ucraina, nel cuore dell’Europa! e decine di altre guerre in altrettante parti del mondo. Mesi di strage di civili nella Striscia di Gaza.
L’anno scorso il 24 febbraio eravamo in piazza Diamare a manifestare solidarietà al popolo ucraino.
Due anni fa, sempre il 24 febbraio, eravamo in Comune ad organizzarci per accogliere gli oltre 200 profughi che sarebbero arrivati.
Oggi, 24 febbraio, siamo qui a dire che ogni guerra ci riguarda da vicino perché noi restiamo umani, non ci abitueremo mai, non saremo mai indifferenti e come città martire della guerra saremo sempre pronti ad accogliere chi cerca un luogo di pace.
Buongiovanni? Manca di concretezza

Buongiovanni? Manca di concretezza

LeggoCassino, intervista di Alberto Simone | L’assessore pronto a scommettere qualunque sulla vittoria di Salera alle comunali. “Buongiovanni? La gente non vuole sapere se vai a messa la domenica, ma cosa fari per la città. Inoltre, bisogna vedere se sarà effettivamente lui il candidato definitivo del centrodestra”. Lunedì ad Exodus l’assemblea di Demos: ‘100 cose fatte, 100 cose da fare’.