Lotta alle dipendenze: i fondi ai soliti noti

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“Per qualcuno la lotta alla droga ? un buon affare e la politica che non controlla ? un buon alleato”

Luigi Maccaro ? coordinatore di una esperienza educativa importante presente da 23 anni sul nostro territorio, la comunit? Exodus che dal 1990 ad oggi ha ascoltato, accolto, aiutato centinaia di ragazzi. Lo abbiamo voluto ascoltare in merito alla delibera regionale che distribuisce fondi per la lotta alla droga per i prossimi due anni ed in vista della Giornata mondiale di Lotta alla droga.

A che punto ? la battaglia contro la droga sul nostro territorio??

Il mondo delle sostanze e di chi ne fa uso ? sempre pi? subdolo e difficile da interpretare. La politica di ?normalizzazione? del fenomeno degli ultimi anni ha fatto guai seri. Se il mondo degli eroinomani si va riducendo, ? in forte crescita quello dei nuovi consumatori, di chi usa sostanze sintetiche, amfetamine, alcol e psicofarmaci. Cos? come si va facendo sempre pi? strada l?idea che si possa fare uso di sostanze in maniera ?compatibile? con una vita normale. Di fronte a queste profonde trasformazioni il sistema di risposta messo in campo dallo Stato e dal Privato sociale ? rimasto sostanzialmente lo stesso: i SerT e le Comunit? tradizionali propongono ricette vecchie e inadeguate. Ma bisogna dire anche che i pochi fondi mal distribuiti e la politica miope e ideologica fanno abbondantemente la loro parte.

A proposito dei fondi mal distribuiti: 13 milioni e mezzo di euro per i prossimi due anni forse non sono pochi ma chi li utilizzer?? Exodus che parte avr??

Basta scorrere le graduatorie per capire che i pi? bravi sono sempre gli stessi, tra l?altro a prescindere dalle ?stagioni politiche?. La parte del leone la fanno le Asl romane e gli enti storici romani. Con una quantit? esagerata di unit? di strada pur sapendo che i tossicodipendenti ormai stanno dappertutto tranne che per strada! Con un fiorire di centri specialistici residenziali che spesso rimangono vuoti perch? non ? che se uno non vuole entrare in una comunit? perch? non si ritiene tossicodipendente poi invece entra in un centro specialistico residenziale perch? gli operatori hanno il camice bianco! Se per centro specialistico si intende psicoterapia dalla mattina dalla sera, se ne farebbe volentieri a meno. Vedere che ad un bando dell?Assessorato alla Sanit? le Asl sono in tutti i progetti risultati vincitori fa piacere perch? parla di integrazione sui territori, fa meraviglia perch? questa integrazione invece ? del tutto inesistente con i servizi erogati dai Comuni, fa impressione perch? chi da i soldi e chi li riceve sono la stessa persona. Le considerazioni le lascio a chi ne ha voglia ma ? evidente che per qualcuno la lotta alla droga ? un buon affare e la politica che non controlla ? un buon alleato. Exodus gestir? insieme alla Comunit? In dialogo di Trivigliano e alla Asl di Frosinone l?unit? di strada che si occupa di prevenzione nei luoghi di aggregazione giovanile dal 1997.

Parliamo della Comunit?. Un vero e proprio avamposto in tempi di magra per i servizi sociali. A voi si rivolgono le famiglie dei ragazzi tossicodipendenti ma non solo. Come cambiano i bisogni e come si adeguano le risposte?

Molti servizi prima erogati dai Comuni e, nel nostro caso, dal Consorzio per i Servizi sociali, sono ormai dismessi. Riceviamo molte richieste di supporto dalle scuole, finanche da quelle elementari. C?? un bisogno di comprendere quel disagio dei ragazzi che spesso sfocia in devianza di fronte al quale genitori e insegnanti si sentono impreparati. Molte sono ad esempio le famiglie che sottovalutano l?uso di alcol e di cannabis nei figli poco pi? che adolescenti, ma queste sostanze, apparentemente innocue, aprono una porta sulla demotivazione, depressione, senso di inadeguatezza e accompagnano verso sostanze pi? pericolose. Noi stiamo facendo l?impossibile per cambiare noi stessi in modo da essere integrati il pi? possibile con il territorio, per diventare una comunit? di persone presso la quale ? possibile trovare risposte educative ai grandi problemi sociali e non pi? un luogo di cura per disperati.

Come vive la comunit?, con quali risorse economiche?

Le comunit? accreditate come la nostra, nel Lazio percepiscono una retta giornaliera pari a 32 euro per ogni ragazzo ospite. Con questi pochi soldi bisogna mantenere la struttura, pagare il personale, fare la spesa, pagare le bollette e andare avanti anche quando le fatture non vengono pagate per 2-3 anni. La Comunit? sopravvive a stento. Molti ragazzi non ricevono l?impegnativa di spesa della propria Asl perch? vengono da fuori regione. In Italia il Lazio ha la retta pi? bassa in assoluto: si va dai 146 euro del Trentino ai 38 euro della Calabria, il Lazio ? all?ultimo posto. Ed ? l?unica regione in Italia che pretende il Direttore Sanitario, che in una struttura ad impronta pedagogica ? una vera e propria beffa. Il processo di accreditamento sociosanitario ? stato a tratti offensivo: c i hanno fatto alzare il soffitto degli uffici amministrativi di 10 centimetri perch? altrimenti non sarebbe stato a norma!? Mentre ci sono altre comunit? che a Cassino accolgono tossicodipendenti senza alcuna forma di controllo. Grazie a Dio la struttura di propriet? di Montecassino l?abbiamo in comodato d?uso gratuito ma il costo della vita ? spropositato rispetto a quei 32 euro con i quali altrove si riuscirebbe a pagare a malapena un conto in trattoria. Ringraziamo i volontari, gli amici ed i benefattori senza i quali avremmo gi? chiuso.

Cosa c?? da augurarsi per il futuro viste le difficolt? nelle quali si opera? ? possibile immaginare un tempo con servizi pi? efficienti e facilmente raggiungibili da chi ha bisogno?

Purtroppo questo mondo ? troppo ideologizzato. Da sinistra si difende la riduzione del danno e si privilegiano i percorsi che non mettono al centro la persona ma la malattia con pericolose attinenze ai temi della liberalizzazione. Da destra si promuovono soluzioni punitive ed una cultura del proibizionismo che ? fine a se stessa. La politica cavalca questi argomenti solo in campagna elettorale grazie anche a quelle comunit? che fanno da cassa di risonanza in cambio di finanziamenti. Intanto le mafie fanno affari d?oro, i ragazzi sono sempre meno fiduciosi nel loro futuro e le famiglie non sanno a che santo votarsi. Per noi la risposta ? essenzialmente educativa, per questo ci proponiamo come luogo dove elaborare risposte pedagogiche insieme a genitori, insegnanti, sacerdoti, educatori del tempo libero. Bisogna riscoprire la responsabilit? che abbiamo nei confronti dei ragazzi: li accogliamo in una societ? basata sul consumo, noi per primi non siamo capaci di rinunciare a niente, dovremmo dare tutt?altra testimonianza di come ci si debba porre di fronte alla vita e alle sue sfide. Invece evitiamo di andare al cuore delle cose, manchiamo di speranza nel futuro e di visione progettuale, abbiamo dimenticato l?etica in chiss? quale cassetto e poi non capiamo i nostri figli. Che non capiscono noi e cercano strade loro.

Tra pochi giorni si celebrer? la Giornata mondiale di lotta alla Droga. Come si prepara Exodus a questo evento?

Non facciamo parte della schiera di chi in quel giorno lancia allarmi da dare in pasto ai giornali e per il resto dell?anno fa il passacarte. N? di quelli che si autocelebrano. N? di quelli che portano lo scudetto di salvatori del mondo e prendono milioni di euro per servizi che altri fanno gratis. Sappiamo che ? una questione difficile di fronte alla quale cerchiamo di fare, umilmente, del nostro meglio. Sappiamo che siamo in debito nei confronti dei ragazzi che sbagliano perch? non siamo stati capaci di indicare loro la strada giusta. Il 26 giugno partiremo presto con lo zaino e gli scarponi per cinque giorni di riflessione in montagna con tutti gli educatori di Exodus per domandarci qual ? il senso profondo del cammino che stiamo facendo. Un cammino che serve ad educare innanzitutto noi stessi per meglio educare gli altri.

Guarda il servizio completo pubblicato su L’Inchiesta il giorno 18/06/2013