Basta con lo sciacallaggio politico

Basta con lo sciacallaggio politico

Lo sciacallaggio politico sulla vicenda delle due minori in carico ai servizi sociali recentemente collocate in casa famiglia sta raggiungendo livelli veramente difficili da comprendere e da commentare. 

In ogni caso ci corre l’obbligo di precisare quanto segue:

  1. Si può attaccare quanto si vuole Sindaco e Assessore ma non si può far finta di non sapere che su questo tipo di provvedimenti la parte politica non entra e non deve entrare in nessun modo. La legge riconosce agli assistenti sociali, nei casi previsti, autorità pari a quella giudiziaria. Al Tribunale dei Minori spetta il compito di convalidare o meno il loro operato. Assurdo immaginare che un politico, sia esso anche il Sindaco, possa intervenire per promuovere o per impedire un intervento come quello previsto dall’art. 403 del codice civile;
  2. Ai politici spettano i compiti di programmazione e di indirizzo mentre i compiti gestionali sono di esclusiva competenza dei dirigenti e della struttura amministrativa che ad essi risponde. A coloro che intendono candidarsi alle prossime elezioni comunali suggeriamo di leggere per bene il Testo Unico degli Enti locali per verificare quali sono i poteri di Sindaco, Assessori e Consiglieri e cosa invece spetta a Dirigenti e Posizioni organizzative;
  3. La funzione di Tutore delle minori assegnata al Sindaco dall’autorità giudiziaria è puntualmente delegata ad un assistente sociale. Anche qui, non si può far finta di non sapere che il Sindaco non può assolvere a tale delicatissima funzione in favore dei 19 (diciannove) minori collocati in casa famiglia. Pertanto l’assistente sociale che ha provveduto a collocare le minori in casa famiglia ha correttamente informato e coinvolto l’assistente sociale alla quale il Sindaco ha affidato l’esercizio dei poteri connessi alla tutela.
  4. I minori collocati, ad oggi, in casa famiglia dai Servizi sociali del Comune di Cassino sono 19 (diciannove). Nel comunicato stampa diramato martedì 13 aprile si dichiarava “Il Comune di Cassino segue attualmente quasi un centinaio di minori per via delle condizioni di disagio, di povertà educativa, di incapacità genitoriale”. Stravolgere questa dichiarazione è scorretto e fuorviante: oltre ai 19 minori collocati in casa famiglia (4 dei quali collocati insieme alle loro mamme), sono tanti i nuclei familiari fragili con minori seguiti dal Servizio con colloqui, percorsi di sostegno, affiancamento del ruolo genitoriale, consulenza psicologica, mediazione familiare. Affermare, come è stato fatto, che il Comune di Cassino ha collocato un centinaio di minori in casa famiglia è letteralmente un bugia.

Il Tribunale per i Minorenni ha fissato l’udienza nella quale verranno ascoltati i genitori delle minori, il tutore, gli assistenti sociali di riferimento del Comune e della Casa famiglia. Subito dopo verrà conferito incarico peritale per la Consulenza Tecnica d’Ufficio.

Dunque è evidente che la parte politica non ha e non avrebbe potuto avere alcun ruolo in questa vicenda.

Torniamo dunque a suggerire alle forze di opposizione extra consiliare che fare polemica politica in questo caso è del tutto fuori luogo oltre che mortificante per l’intero nucleo familiare coinvolto. Diversamente, ai consiglieri di minoranza che hanno proposto specifica interrogazione, verranno fornite tutte le spiegazioni richieste.

Allo stesso modo, suggeriamo a quei legali coinvolti che “buttarla in politica” rischia di essere poco rispettoso per la propria professione, meglio sarebbe adottare gli strumenti che l’ordinamento giudiziario mette a disposizione delle parti per tutelare gli interessi dei propri assistiti.

Il terzo settore deve prendere i voti

Il terzo settore deve prendere i voti

Seguo il dibattito sul coinvolgimento del terzo settore nella vicenda politica del nostro Paese che negli ultimi mesi si è fatto più intenso grazie ai numerosi e autorevoli interventi che si vanno succedendo. Uno dei primi, sul Corriere della Sera è stato quello del mio “capo”, don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus a cui appartengo. Aprire strade impossibili, questo il concetto di fondo, inventare percorsi laddove non ci sono. Perché dalla cura delle persone fragili, degli adolescenti abbandonati dagli adulti, alla cura delle città, il passo è breve. Come trasformare la nostra esperienza di impegno sociale in un nuovo paradigma per la politica? Come si è detto, è finito il tempo del collateralismo ma forse stiamo correndo il rischio di aspettarci un tempo della cooptazione. Diciamoci la verità, per qualcuno ha pure funzionato. Ma non può essere questo il metodo.

Io penso che dobbiamo avere il coraggio di “scendere in campo” con tutti i criteri della politica, ovvero dobbiamo candidarci, fare le liste, diventare rappresentativi non in virtù della grandezza dell’organizzazione di cui facciamo parte ma in ragione dei voti che abbiamo preso. Questa è la regola della democrazia e solo in questo modo si esce dalla condizione di “prestati alla politica”. Perché alla fine, la politica “ufficiale” ti può coinvolgere perché hai la faccia e la storia che possono funzionare in campagna elettorale ma poi appena non servi più torni ad essere un semplice ornamento e comunque resti fuori dalle dinamiche vere della politica. Quelle sono riservate a chi ha i voti. 

Noi ci abbiamo provato, insieme con la comunità di Sant’Egidio, Exodus ed altre organizzazioni del terzo settore, abbiamo dato vita ad un partito politico vero e proprio, Democrazia solidale – Demos, nato alla fine del 2018. Ci siamo candidati in varie parti d’Italia, abbiamo coinvolto amici, sostenitori, associazioni per provare a portare dentro la politica quello spirito di servizio peculiare delle nostre storie. Il segretario nazionale, Paolo Ciani, è consigliere regionale del Lazio ed è candidato alle primarie a Sindaco di Roma. Abbiamo altri consiglieri regionali, consiglieri comunali, sindaci e assessori. Io sono cresciuto negli scout, sono responsabile di una comunità terapeutica e da due anni sono Assessore alla Coesione sociale del comune di Cassino. È tutta un’altra storia: bisogna confrontarsi con gli altri partiti nelle maggioranze di cui facciamo parte oppure, in altri casi, bisogna essere minoranza con spirito costruttivo. Bisogna confrontarsi  con gli apparati amministrativi con i quali governiamo i territori, compiere una fatica quotidiana per mescolare professionalità e volontariato, carisma e istituzione, sogno e realtà ma questa fatica rende le cose solide e durature.

Qualcuno potrà non avere questa prospettiva e preferirà aspettare di essere “chiamato” a fare il Sottosegretario. Legittimo. Noi abbiamo fatto un’altra scelta. Aspettiamo le elezioni, facciamo il porta a porta, stiamo nelle piazze a incontrare gli elettori. Quando un dirigente ci dice “non si può fare perché non è previsto dal TUEL” noi sfidiamo la burocrazia con la creatività. Bisogna dire che si tratta di un “passaggio” vero e proprio. Non è per niente facile tenere insieme l’appartenenza associativa e l’esperienza politica ma la sfida forse è proprio questa: provare ad essere noi stessi la sintesi di queste due anime di una stessa prospettiva, quella del servizio all’uomo e alla città nella quale abita. Ora certamente il governo Draghi segnerà uno spartiacque per la politica italiana. Nel frattempo la crisi dei partiti si trasforma ma non si risolve. É evidente che sta anche a noi rimboccarci le maniche affinché il vuoto della politica non sia occupato né dai populismi né dai tecnici presi in prestito dal mondo economico e industriale. Ma anche il Terzo settore non può pensare di sostituirsi alla politica, esso deve diventare la politica, mescolandosi con quella tradizionale, affiancandosi ai partiti, ricoinvolgendo il sindacato, contagiando le istituzioni con la creatività, la passione, il sogno di “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”. 

da Buone notizie – Corriere della Sera – 16 marzo 2021
La normalizzazione delle dipendenze

La normalizzazione delle dipendenze

Danilo Del Greco intervista per Ciociaria Oggi Luigi Maccaro, responsabile della Comunità Exodus di Cassino per definire i contorni di un fenomeno che ha assunto dimensioni enormi. Vittime privilegiate i minori.

Consumo di sostanze stupefacenti in Ciociaria: quali sono le dimensioni del fenomeno? Chi cade più spesso nelle tossicodipendenze e perché? Quali le sostanze più in uso? Come se ne esce? Iniziamo oggi un “viaggio” nel mondo delle dipendenze da droga che ci porterà a scoprire, a livello territoriale, i contorni di un problema di portata sempre più ampia e grave. Prima tappa, Cassino e il Cassinate. A farci da guida, dall’alto dei suoi oltre 30 anni di attività e da un osservatorio assolutamente privilegiato, è Luigi Maccaro, responsabile della Comunità di recupero per tossicodipendenti Exodus con sede nella Città Martire e assessore comunale ai Servizi sociali della stessa.

Assessore, se dovesse definire la situazione attuale con un aggettivo quale userebbe?
«Più che un aggettivo userei un sostantivo che solo a pronunciarlo può far venire i brividi: normalizzazione. Lo uso in quanto, rispetto a 20-30 anni fa, oggi il consumo di stupefacenti, specie fra i più giovani, è divenuto, appunto, normale. Per i ragazzi e i ragazzini fare uso di droghe fa parte ormai della routine quotidiana. E questo ha fatto sì che negli ultimi anni ci sia stata una vera esplosione del consumo».

Ha parlato di ragazzini: quindi l’età media del consumo si è abbassata ulteriormente?
«Sì. Oggi i primi approcci con le droghe, in questo caso la cannabis, arrivano già tra i banchi delle scuole medie, perciò fra gli 11 e i 14 anni. E il dato che maggiormente preoccupa è che a farvi ricorso è oltre il 30% dei minori. Per loro, come dicevo, è diventata una pratica del tutto normale: se ne fa uso regolarmente, soprattutto fra amici e nei fine settimana. Inoltre, quasi sempre la cannabis è associata ad alcol e, nei casi più gravi, a psicofarmaci, entrambe sostanze di facile reperibilità anche in casa dove sonniferi, benzodiazepine e altro sono ormai all’ordine del giorno. Una combinazione di sostanze che i minori, ma non solo loro, utilizzano per amplificare gli effetti della cannabis». 

Qual è l’origine di questo ricorso massiccio alle droghe da parte dei giovani?
«Le radici affondano nel malessere generazionale che affligge i nostri ragazzi. La maggior parte di essi hanno un grande vuoto dentro, non hanno progetti di vita, rincorrono ideali e stereotipi vacui e privi di sostanza che li porta ad alienarsi e a perdere di vista la realtà. Un problema che nasce, spesso, per l’assenza di autorevoli figure educative quali un tempo erano la famiglia e la scuola. Agenzie educative che oggi hanno perso autorevolezza e che non riescono più a trasmettere valori e ideali di vita sani. I nostri giovani e giovanissimi non hanno più figure educative di riferimento e di conseguenza in numero sempre crescente intraprendono percorsi che li portano dritti nel tunnel della dipendenza.

E attenzione: mentre 20 anni fa tale dipendenza era esclusivamente fisica, per cui la disintossicazione passava per alcune settimane di astinenza guidata e a base di antidolorifici, ormai da anni è diventata di tipo prettamente psicologico, e qui uscire dal tunnel è sempre più difficile, anche se ovviamente non impossibile. Insomma, la situazione è drammatica, ecco: qui un aggettivo posso usarlo, e la normalizzazione in atto del fenomeno fa impressione. Venti anni fa abbiamo lanciato l’allarme che però è rimasto inascoltato e oggi scontiamo le conseguenze. Tanto più che la legge sulla droga risale al 1990, 30 anni fa, in pratica preistoria. Una normativa non più adeguata che andrebbe modificata radicalmente di fronte ad un peggioramento del quadro generale da allarme rosso». 

Perché ragazzini e ragazzi, che in teoria dovrebbero avere tutto, si gettano nelle braccia mortali della droga?
«La risposta sta in una parola: noia. Non avendo, come detto, ideali sani e progetti di vita concreti, usano gli stupefacenti in modo ricreativo, per provare quelle emozioni che dentro di loro non hanno più o non hanno mai avuto. Purtroppo, diventa un circolo vizioso: più si ricorre alle droghe per evadere e sentirsi vivi, più si diventa dipendenti da esse e più ci si allontana dalla vita vera». 

Spesso, secondo alcuni recenti studi, la dipendenza dalle droghe è figlia legittima della dipendenza dalle nuove tecnologie…
«Verissimo. Si tratta di un problema nel problema. I ragazzi, abbandonati da famiglie e con una scuola a volte poco attenta, finiscono per passare giornate intere con lo smartphone, attaccati alla play station, incollati alla tv o ai videogiochi, con danni per la loro psiche inimmaginabili. Gli scienziati hanno dimostrato che l’uso smodato che oggi si fa delle nuove tecnologie ha portato ad una modifica della struttura cerebrale per cui staccarsi da questi dispositivi diventa un’impresa titanica. Pensi che raccogliamo di frequente il grido di aiuto di genitori disperati che ci raccontano di figli addirittura con le piaghe da decubito a causa di giorni e giorni passati a letto con cellulari o play. Senza parlare delle assenze da scuola o degli abbandoni definitivi, diretta conseguenza della dipendenza dalle nuove tecnologie. Ancora: alcuni genitori ci hanno detto di aver anche tre volte gettato dalla finestra la play station dei figli e di essere poi stati costretti a riacquistarla di fronte al malessere profondo in cui erano caduti i ragazzi. Tutto ciò prepara il terreno al passaggio alle dipendenze dalle droghe, visto che la struttura cerebrale dei ragazzi è già modificata e predisposta ad esse».

Detto dell’età, ormai giunta ai calzoncini corti, quali sono le sostanze più in uso?
«Sicuramente la cannabis, e qui gli spacciatori si sono gettati a capofitto in questo mercato ricchissimo creando prodotti adatti al consumo e alle tasche dei minori. Sempre più facile è trovare microdosi da pochi euro che poi, amplificate con alcol e psicofarmaci, sortiscono effetti devastanti per organismi giovani e in formazione come quelli dei minori. Poi c’è la cocaina (e l’Italia è il primo Paese europeo per consumo) anche se qui l’età si alza e investe per lo più gli adulti, specie i professionisti che vogliono brillare nel loro lavoro. Ma pure i minori ormai sono dentro quest’altro tunnel. Il mercato si è adeguato e gli va incontro con dosi confezionate ad hoc, spesso tagliate con raschiatura dei muri al fine di aumentarne la quantità mantenendo basso il costo, o con altri veleni dagli effetti imprevedibili e spesso micidiali. Insomma, quando si acquista una dose di cocaina, cannabis o altri stupefacenti, non si può mai sapere cosa si introduce nel proprio corpo».

E l’eroina? E’ scomparsa?
«Assolutamente no. Chi ne era schiavo anni fa continua ad usarla, se non è morto, mentre spesso viene utilizzata come compensazione della cocaina: in pratica, la seconda crea una sorta di euforia che poi deve essere annullata con la prima sostanza».

Lei è responsabile della Comunità di recupero Exodus di Cassino: quanti ragazzi avete in carico adesso, per quali problematiche e da dove provengono i vostri ospiti?
«Al momento abbiamo 20 ospiti, in gran parte provenienti da altre province, che accusano le forme classiche di dipendenza da droghe o dalle nuove tecnologie. La provenienza? Una volta arrivavano tutti dalla strada e da contesti sociali e familiari di disagio. Oggi no, oggi sono persone normali, con alle spalle famiglie in apparenza normali ma che invece nascondono malesseri profondi, frutto dell’individualismo di tanti genitori che pensano prima a se stessi e poi, forse, ai figli»

Colpa più dei ragazzi o delle agenzie educative quindi?
«Ai ragazzi personalmente non do alcuna colpa: sono le prime vittime di una società sbagliata, che gli inculca modelli di vita errati, basta guardare certi programmi in tv, e che sono stati privati, senza loro responsabilità, di guide e fari sicuri e certi come esistevano una volta. Certo, ci sono ancora famiglie sane e scuole all’avanguardia in questo contesto, ma sono sempre più mosche bianche». 

Come se ne esce?
«Occorre una grande presa di coscienza da parte del mondo degli adulti accompagnata da grandi investimenti. Oggi la lotta alla droga, a parte lo straordinario lavoro delle forze dell’ordine, è affidata prevalentemente alla buona volontà di pochi volontari. Poi ci sono i progetti nelle scuole, ora però sospesi per via del Covid, e, come detto, va riscritta la legge che disciplina il settore».

È cambiato il concetto di dipendenza?
«Radicalmente. Venti o dieci anni fa tale sostantivo era abbinato solo alle droghe. Poi, progressivamente, si è passati all’alcol, alle ludopatie. Oggi il ventaglio si è allargato a dismisura: abbiamo detto delle nuove tecnologie che stanno provocando danni irreparabili ai nostri ragazzi bruciandogli sogni e futuro. Ma poi come non considerare dipendente la pensionata che ogni mattina, prima di iniziare la propria giornata, va ad acquistare i suoi gratta e vinci con cui tentare l’impossibile colpo di fortuna? O come non annoverare nella categoria delle dipendenze i mariti che tradiscono sistematicamente le mogli in quanto essi stessi vittime dei siti porno?»

Buon lavoro, Maria Cristina!

Buon lavoro, Maria Cristina!

In bocca al lupo Maria Cristina Tubaro, prima Presidente della Consulta per i diritti delle persone con disabilità del Comune di Cassino e grazie per la disponibilità a metterti in gioco in questa nuova avventura.La persona giusta per sensibilità, cultura dell’attenzione all’altro, impegno sociale e professionalità. E per il sorriso, che di questi tempi ce n’è un gran bisogno!Buon lavoro insieme a tutte le Associazioni che nella nostra città si occupano di persone con disabilità che vorranno aderire nelle prossime settimane.Porteremo fuori dal perimetro delle politiche sociali il tema della disabilità perché ogni settore amministrativo, dalla scuola ai trasporti, dal bilancio all’urbanistica, dalla cultura alla manutenzione, incide nelle proprie scelte sulla vita dei tanti concittadini con disabilità.Grazie al Sindaco Enzo Salera per la nomina della dott.ssa Tubaro, ai Consiglieri Bruno Galasso e Alessandra Umbaldo per aver proposto il Regolamento della Consulta, alla Commissione Politiche sociali presieduta da Fabio Vizzacchero che ha raccolto il contributo dei consiglieri di maggioranza e di minoranza che hanno migliorato il testo e a tutto il Consiglio comunale per l’approvazione. Ora si comincia a lavorare.

“Un grande grazie a chi, in questi giorni, con un post, un messaggio, una telefonata si è voluto congratulare con me per la mia nomina a presidente della Consulta dei Diritti delle persone con Disabilità voluta dal Comune di Cassino. Se volevate emozionarmi e spaventarmi… ci siete riusciti. Ho avuto tanti e tali riscontri che posso solo sentirmi onorata, ma, al tempo stesso, ho toccato con mano da un lato la grande responsabilità che mi è stata affidata dall’altro quanto la Consulta intercetti attese, desideri, aspettative che sono vive e vibranti in tante persone, famiglie, associazioni, cittadini. Per questo dico grazie al sindaco Enzo Salera e all’Assessore e amico Luigi Maccaro, che hanno saputo cogliere un bisogno diffuso e proporre uno strumento che, certamente, ci impegneremo a far lavorare nel migliore dei modi. L’invito è a tutte le associazioni perché possano aderire e dare il loro contributo. La #Consulta sarà luogo di dialogo e di confronto e sarà un luogo in cui cercare di costruire e mettere insieme tasselli di speranza”.

Nota politica del gruppo consiliare Demos di Cassino

Nota politica del gruppo consiliare Demos di Cassino

Con l’arrivo del 2021, anche per il Gruppo Consilare ‘Demos Cassino’ è giunto il momento di rendere conto agli elettori del proprio operato. Dopo aver agevolmente superato la fase del noviziato, che ci ha visti alle prese con la nostra prima esperienza in politica al fianco dell’Assessore alla Coesione sociale, Luigi Maccaro, possiamo dichiararci soddisfatti dei risultati ottenuti da ‘Demos Cassino’ nella fase iniziale di questa consiliatura, anche in considerazione delle difficoltà oggettive, e soprattutto inattese, che l’emergenza Covid-19 ha opposto al regolare funzionamento della macchina amministrativa del Comune di Cassino, come d’altra parte è accaduto nel resto d’Italia e del mondo.

Prima di passare, però, all’illustrazione di quanto prodotto dal Gruppo Consiliare ‘Demos Cassino’, non possiamo esimerci dal chiarire la nostra posizione riguardo agli ultimi ‘rumors’ adombranti ‘maretta’ o fibrillazioni all’interno della maggioranza di cui ci onoriamo di essere parte attiva e integrante. Non essendoci, allo stato, alcun elemento che possa realmente far pensare a frizioni o dissapori all’interno della Giunta o fra i Consiglieri della maggioranza stessa, e nella convinzione che mere questioni tecniche fra Assessorati e Dirigenza non possano di per sé ritenersi sufficienti a incrinare il rapporto di collaborazione e di reciproca fiducia instauratosi fin dal primo momento fra il Gruppo Consiliare ‘Demos Cassino’ e il resto della coalizione di maggioranza, riteniamo di poter serenamente sconsigliare chiunque dal tentare di infilare improvvidi e aleatori ‘piedi di porco’ in crepe soltanto immaginarie, adombrate e alimentate da illusorie speranze di rivalsa.

Il Gruppo Consiliare ‘Demos Cassino’ resta fermamente convinto di dover fare ancora parte della migliore squadra di governo che la città potesse aspettarsi dal risultato elettorale della primavera del 2019, con buona pace di chi dovrà attendere la fine di questa legislatura per riproporre la propria personale e legittima visione della ‘buona politica’. Ci sembra inoltre doveroso auspicare per il futuro uno sforzo comune e trasversale volto a incentivare una migliore collaborazione fra le diverse forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale, all’insegna del dialogo civile e al rispetto delle reciproche posizioni, nell’interesse ultimo e primario del ‘bene comune’, e non della lotta politica fine a se stessa.

Ciò detto, crediamo di poter affermare che il Gruppo Consiliare ‘Demos Cassino’ ha contribuito in modo determinante, laddove è stato presente, alla buona gestione delle molteplici attività di conduzione della ‘res publica’ che questa Amministrazione si è trovata a dover fronteggiare in un momento storico drammatico come altri mai, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Lungi dal farci scoraggiare dalle avversità, abbiamo avviato e collaborato alla realizzazione di varie iniziative, molte delle quali già felicemente concluse, in attesa di portare a compimento quelle ancora ‘in itinere’ di cui renderemo conto nei prossimi mesi.

Di seguito, l’elenco di quanto realizzato, sia in collaborazione con le altre forze di maggioranza, sia per originale iniziativa di ‘Demos Cassino’.

Delle molteplici attività svolte dall’Assessorato alla Coesione Sociale, e dei relativi Regolamenti da noi di volta in volta presentati in Consiglio Comunale, ha già dato diffusamente notizia l’Assessore Luigi Maccaro, Coordinatore di ‘Demos Cassino’, che gode ogni giorno di più dell’appoggio e dell’approvazione incondizionata del Gruppo Consiliare ‘Demos Cassino’.

In qualità di Consiglieri Comunali, stiamo inoltre dando il nostro attivo contributo in alcune Commissioni speciali quali la Consulta per l’Ambiente, la Commissione Toponomastica, e la Commissione ‘Grandi opere’.

Abbiamo poi ideato e realizzato iniziative, spesso in collaborazione con le altre forze di maggioranza, quali la Raccolta di Pneumatici esausti, in collaborazione con l’Associazione Fare Verde di Frosinone, e vari eventi culturali: il concerto del trombettista di Ennio Morricone, il M° Nello Salza, il Progetto ‘I COLORI DELLA SCUOLA’ (video con 90 bambini che cantano una canzone sul lockdown, composta dal Consigliere Bruno Galasso su testo del noto scrittore Benedetto Tudino), la ‘Macchina delle Favole’ (storie raccontate ai bambini chiusi in casa durante il lockdown, da un’automobile itinerante in tutti i quartieri e nelle frazioni della città), la presentazione del libro ‘Le parole al tempo del Coronavirus’ di Benedetto Tudino, la presentazione e successiva Delibera di Giunta per l’istituzione del Concorso Letterario ‘Memoranda’, incentrato sui crimini di guerra, di futura realizzazione e concepito per essere gestito e organizzato dal Comune di Cassino, in co-progettazione con tutti gli Enti pubblici e privati del territorio.

Di queste altre iniziative resta memoria nell’intensa attività del responsabile di Demos Aquino, Fabio Gervasio, che ha prodotto decine di interviste sui vari argomenti e su tanti altri temi di pubblico interesse.

Fabio Gervasio è stato anche l’organizzatore e il moderatore dell’interessante Convegno Demos ‘Non abbiamo un altro pianeta… ma nemmeno un’altra città’, tenutosi ad Aquino nel febbraio dello scorso anno.

A margine, ci preme segnalare la recentissima istituzione del ‘Coordinamento Demos Provincia di Frosinone’, con ancora a capo Luigi Maccaro, che sta raccogliendo numerose e importanti adesioni in tutto il territorio provinciale, a testimonianza del nostro buon lavoro, nonché della qualità e dell’originalità della proposta del partito Demos – Democrazia Solidale, che sta crescendo costantemente anche a livello nazionale, grazie all’intensa attività del fondatore e Coordinatore nazionale, il Consigliere regionale Paolo Ciani, che ringraziamo per la fiducia finora accordataci.

Con l’invito a seguire le attività di ‘Demos Cassino’ ai vari livelli in cui stiamo operando nell’esclusivo interesse del ‘bene comune’, cogliamo l’occasione per augurare alla cittadinanza di Cassino, ma anche a tutti gli abitanti della Provincia di Frosinone, un buon anno 2021, sperando che sia migliore di quello che abbiamo appena lasciato alle nostre spalle.

Il Gruppo Consiliare ‘Demos Cassino’

Alessandra Umbaldo, Capogruppo

Bruno Galasso, Consigliere

E’ nato il coordinamento provinciale di Demos

E’ nato oggi il coordinamento provinciale di Democrazia Solidale – DEMOS della provincia di Frosinone. Un partito giovane che sta crescendo rapidamente grazie all’entusiasmo e all’impegno di tanti amici che hanno scelto la politica per dare un contributo al miglioramento della società.Un partito che vuole provare ad essere un ponte fra la società civile e le istituzioni affinché tante persone che vivono da anni l’impegno civico in tanti contesti possano scegliere di portare le proprie competenze, la propria sensibilità, la propria responsabilità all’interno della politica vissuta giorno per giorno.Ci aspettano nuove sfide che affrontiamo a viso aperto con la semplicità di chi vive la politica con spirito di servizio, senza aspettarsi niente in cambio, con il solo intento di “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”.Voglio ringraziare Paolo Ciani per la fiducia che ha riposto in me, ancora una volta, affidandomi la responsabilità del coordinamento provinciale di Demos.Ringrazio Mauro Buschini per la sua presenza e per le parole di apprezzamento per il nostro percorso politico dentro a quel “campo largo” più volte richiamato dal Presidente Nicola Zingaretti.Ringrazio Luca Fantini per esserci stato e per l’amicizia che ci consente oggi di riprendere un cammino iniziato insieme con i Giovani del PD. Il nostro impegno nella coalizione provinciale di centrosinistra ci vedrà al lavoro già dai prossimi giorni.Così come ringrazio l’amico Luigi Vacana per la sua presenza e per i suoi richiami alla “bellezza” della politica.Ringrazio Manuela Maliziola, Maria Grazia Baldanzi, Fabio Gervasio con i quali inizieremo la costruzione del partito a livello provinciale.Ringrazio i miei amici e consiglieri comunali di Cassino Bruno Galasso, Alessandra Umbaldo che, insieme a tutti gli amici di Demos Cassino, da un paio di anni, stanno condividendo con me la ricchezza di questa esperienza politica.E, last but not least, ringrazio l’instancabile Fabio Gui per la presenza, la disponibilità e l’amicizia.Questo 2020 non è tutto da buttare, anzi!Questo 2020, per tante ragioni, ci ha confermato che l’unica forza possibile è #laforzadelnoi

Il regalo di Francesco…

Questa ? la macchinina che mi ha regalato Francesco, un piccolo ospite della casa famiglia nella quale sono stato questa mattina perch? mi sembrava il modo migliore per celebrare la Giornata mondiale per la tutela dei diritti dell?infanzia e dell?adolescenza.

Francesco con quel gesto ha sintetizzato nella maniera pi? semplice ed efficace il clima di accoglienza, di familiarit?, di condivisione che si respira in quel posto.

Chi ? abituato a frequentare queste realt? sa bene che non hanno nulla a che fare con la solitudine o la tristezza. Forse vengono da l? ma ben presto si trasformano in storie di bellezza, occasioni di crescita, percorsi che portano bambini e ragazzi che hanno conosciuto la violenza a diventare adulti capaci di fare famiglia e prendersi cura di s? stessi senza bisogno dei servizi.

A noi tocca valorizzare la loro esperienza, avere uno sguardo capace di comprendere la fatica che stanno facendo avendo fiducia in loro, nella loro capacit? di ricostruirsi con l?aiuto dei loro operatori.

E? grazie alla fiducia che si smontano i meccanismi dell?isolamento e li si aiuta a non replicare le situazioni che hanno subito.

L?esperienza della casa famiglia ? proprio questo: un luogo di protezione ma soprattutto una finestra sul futuro, su una nuova possibilit? di vita.

Molti genitori ?trascuranti? riconoscono e ringraziano il lavoro dei servizi e delle strutture perch? grazie a questo periodo di tempo nel quale i minore viene collocato in casa famiglia, loro hanno il tempo e la possibilit? di curarsi e ricostruirsi come persone nuove.

E il gesto di Francesco, nella sua essenzialit?, racconta tutto questo. Sar? in grado di ricambiare da qui a Natale?

Presidiare il tempo libero, la sfida per affrontare le droghe

Pubblicata la Relazione al Parlamento del Dipartimento Antidroga

E’ un altro altro bollettino di guerra il Rapporto annuale pubblicato dal Dipartimento antidroga che ogni anno racconta le cifre con le quali l’Italia si scopre sempre pi? “dipendente”. L’appuntamento del 26 giugno quest’anno ? slittato di 4 mesi. Il primo dato in aumento riguarda le morti per overdose che da 3 anni crescono stabilmente: l’anno scorso sono morte quasi 400 persone in seguito all’assunzione di una sostanza stupefacente ma questo dato non tiene conto di tutte le morti correlate all’uso di droga come ad esempio quelle per incidenti stradali. Altro dato impressionante ? il quantitativo di cocaina sequestrata, pi? che raddoppiata rispetto all’anno precedente: 8,3 tonnellate nel 2019 contro le 3,6 del 2018. Un record assoluto.

Tra gli adolescenti resta la cannabis la sostanza pi? usata: l’anno scorso 860 mila  ragazzi hanno dichiarato di aver utilizzato almeno una sostanza illegale nella loro vita, pari al 34% degli studenti italiani.

Fin qui i dati. Agli allarmi ci siamo ormai abituati. Ai dati freddi per? si sovrappongono le tante richieste di aiuto che giungono ai nostri centri d’ascolto e che il covid non ha per niente rallentato.

Era il 12 novembre del 2000, giusto venti anni fa, quando a Cassino, nell’Aula Pacis, si celebr? il primo ed unico Forum regionale per la lotta alla droga, organizzato dall’allora assessore regionale Anna Teresa Formisano per promuovere una strategia della prevenzione coordinata su tutto il territorio della Regione Lazio. Da quel confronto nacquero tanti progetti che in quegli anni rappresentarono un argine importante di fronte alla diffusione delle droghe. Ricordo il centro di aggregazione Argonauti, coordinato dall’ottima Rita Cacciami, come pure Il filo di Arianna per la peer education nelle scuole superiori. Le unit? di strada e i primi incontri di formazione per genitori. 

Oggi il fondo di lotta alla droga ? sparito, nelle scuole si sono chiusi i CIC (centri d’ascolto per studenti), i centri di aggregazione giovanile sono spariti dappertutto insieme alla 285. A tutto ci? si aggiungono i temi dell’azzardo e dei videogiochi: il 22% degli studenti ha dichiarato di aver giocato a lotterie on line e di aver acquistato gratta&vinci mentre il 60% dei ragazzi utilizza almeno un’ora al giorno videogiochi su varie piattaforme. Per non parlare dei social: il 94% riferisce di usarli almeno 2 ore al giorno.

In tutto questo i Comuni sostanzialmente non esistono perch? gli aspetti sociali della questione sono stati completamente azzerati: non si fa pi? prevenzione, non si fa pi? reinserimento sociale. Resta la cura che ? di competenza delle Asl in collaborazione con le comunit? terapeutiche. Da quando ? sparito il Fondo di Lotta alla Droga i Ser.D. e le Comunit? sono rimasti gli unici servizi aperti. 

Eppure il disagio, il vuoto, la solitudine di tantissimi adolescenti iperconnessi abbonda nelle scuole, nelle case, sulle strade delle nostre citt?, come ? possibile che alle amministrazioni comunali non venga riconosciuto alcun ruolo? Qualche sindaco “sceriffo” ci ha provato con qualche ordinanza, qualcun altro promuovendo azioni di prevenzione a budget zero. Ma il disagio dei giovani, prima di tradursi in devianze e dipendenze, si consuma nelle nostra citt?, soprattutto nel loro tempo libero. 

Per questo ? indispensabile restituire un ruolo ai Comuni, ci vorrebbe una legge regionale che dia ai Sindaci gli strumenti per coordinare una strategia di prevenzione rivolta ai cittadini pi? giovani e messa in campo da una rete di soggetti istituzionali e del terzo settore. Ma deve essere un’azione specifica per ogni comune perch? non ? possibile che un adolescente di Acquafondata debba scendere a Cassino per usufruire di un servizio di prevenzione. E neanche pu? essere che, come avveniva negli anni ’90, i servizi di prevenzione vengano erogati solo attraverso la scuola perch? ? nel tempo libero che accadono le cose pi? importanti nella vita dei ragazzi. Possono accaderne di meravigliose ma anche di terribili. Presidiare il tempo libero, questa ? la sfida che abbiamo davanti ma serve una Regione che capisca che non si pu? continuare a rinviare. Serve una Regione che dia ai Comuni gli strumenti giusti. Servirebbe almeno un luogo dove parlare di queste cose. Se lasciamo il tema delle dipendenze al settore sanitario potremo migliorare i sistemi di cura ma oggi ? necessario recuperare energia per incrementare i sistemi di prevenzione.

Il Terzo Settore deve diventare forza politica

(di Don Antonio Mazzi) ? stato superato ogni limite e, a causa di personaggi irresponsabili e borderline, la morte fisica e la depressione generale hanno ridotto l?Italia a terzo mondo

Caro direttore, noi del Terzo Settore dobbiamo diventare forza politica e smettere di fermarci alla distribuzione dei pani e dei pesci, mentre una gabbia di matti in quel di Roma non ha ancora capito che sono loro la principale causa, dopo il coronavirus, della doppia disgrazia che sta maciullando l?intera Italia. La prima disgrazia, inutile dirlo, ? la bestia che avanza a velocit? sempre pi? micidiale mentre i nostri baruffano. La seconda sono le manifestazioni in cui devastatori si frammischiano tra gli onesti e i veri colpiti dal disastro. Le due cose insieme allargano il fenomeno rendendolo, oltre che sanitario ed economico, quasi terroristico. Non sottovalutiamolo. Devono essere i sindacati per primi a capire che stanno crescendo fianco a fianco il dolore e la trasformazione del dolore in macelleria sociale. E noi del Terzo Settore dove siamo? 

Non sarebbe ora di scomodare, fregandocene di tutto e di tutti, i Palazzi delle baruffe obbligandoli a fare le dieci cose che anche il direttore Fontana ha suggerito nel giornale? Il primo a far disastri dentro il Tempio ? stato Cristo, quando ha capito che il Tempio veniva scambiato per il mercato delle vacche. E noi? ? stato superato ogni limite e, a causa di personaggi irresponsabili e borderline, la morte fisica e la depressione generale hanno ridotto l?Italia a terzo mondo. Una nazione diventata terzo mondo, perch? governata da incoscienti pi? attenti ai loro orticelli ?sacri? che ai veri campi di battaglia. Se torniamo un po? indietro nella storia, troveremo in periodi come questi preti e cattolici veri in testa al popolo, da Martin Luther King in poi. Non credo che Cristo volesse gente che accende candele alla Madonna permettendo nel contempo alla politica di giocare a chi urla e a chi offende di pi?. L?Italia vera non ? viva ma intubata e l?Italia ?dei violenti?, invece, ? pi? viva che mai. Urge vederci presto ?insieme?. Il detto ?In medio stat virtus? mettiamolo in biblioteca e teniamolo buono per, spero, tempi nuovi.