«L’alcol viene usato dai ragazzi come amplificatore per raggiungere il fine ultimo che è lo sballo. Se dovessimo fare delle analisi a quei ragazzi minorenni vedremmo che insieme all’alcol hanno fatto uso di altre sostanze come psicofarmaci, hashish, marijuana. Quindi l’alcol viene utilizzato semplicemente perché è quello più economico che aiuta a raggiungere il fine. Il problema vero è il fine. La riflessione forte e importante che tutta la società, anche a livello locale, deve fare è che il fine di un ragazzo non è ideologico, raggiungere gli obiettivi, avere relazioni sentimentali, o impegno politico: l’unica cosa che a loro interessa è sballarsi e possibilmente che qualche immagine finisca sui comunicatori di massa, ovvero i social network».

A scattare questa “fotografia” degli adolescenti del territorio è il direttore del dipartimento salute mentale e patologie da dipendenza della Asl di Frosinone, dottor Fernando Ferrauti, che ieri ha preso parte alla conferenza presso la sala Consiglio dell’Università di Cassino insieme a esponenti del Comune, dell’Ateneo, e della comunità Exodus, finalizzata al rinnovo del protocollo d’intesa per la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico su disagio giovanile e dipendenze.

Nel corso del dibattito i presenti hanno condiviso una lettura della realtà legata al fenomeno delle dipendenze, caratterizzata da una percezione distorta, da un abbassamento della sensibilità all’argomento, da una invisibilità sociale del problema che stridono di fronte ai dati che invece evidenziano un importante aumento dell’uso di sostanze legali e illegali soprattutto fra i giovanissimi.

Da qui è nata l’idea di costruire un progetto pilota, calibrato sulla città di Cassino, per tentare di coinvolgere tutti gli strati sociali, tutti gli enti e le organizzazioni che, a vario titolo, possano contribuire ad accrescere la sensibilità per queste tematiche.
Ora si apre la fase operativa: giovedì 27 febbraio, alle 11, in Comune, ci sarà una riunione per costituire delle commissioni tematiche: formazione adulti, interventi con i ragazzi, gruppo comunicazione.

La sinergia
Il sindaco Enzo Salera ha messo in evidenza come un importante lavoro, oltre che sui giovanissimi, sia fatto anche e soprattutto sulle famiglie. Ma il dottor Ferrauti ha spiegato che bisogna intervenire contemporaneamente su tutti i soggetti coinvolti: i giovani, le famiglie, gli insegnanti, gli esercenti che vendono alcool ai minorenni. Nulla deve essere lasciato al caso. Perché la situazione è grave e rischia di scappare definitivamente di mano se non si interviene in maniera decisa e sinergica. Per questo il gruppo di lavoro sarà subito impegnato nella definizione di un programma di obiettivi concreti circa l’osservazione del fenomeno, la definizione di metodologie di intervento a partire dalle numerose buone pratiche esistenti, la definizione di modelli di analisi di efficacia degli interventi.

La posizione
«Come amministrazione comunale, oltre a mettere in campo l’impegno dell’assessorato alle Politiche giovanili – ha spiegato il sindaco Salera – vogliamo farci carico anche di un’opera di sensibilizzazione presso gli esercenti di bar e supermercati che troppo facilmente vendono alcol ai limiti del consentito». Il dottor Ferrauti ha quindi precisato: «Bisogna lavorare sulla percezione del problema da parte della società con una strategia di comunicazione efficace per promuovere consapevolezza fra gli adulti e fra i ragazzi, utilizzando linguaggi e media adatti alla loro cultura».

Trent’anni dopo
Luigi Maccaro, che nel campo delle dipendenze lavora ormai da trent’anni con la comunità Exodus, ha fornito il suo contributo e ha spiegato: «I drogati aumentano ma se ne vedono sempre meno in giro perché dopo 30 anni di lotta alla droga dobbiamo ammettere che ci troviamo in una società sempre più drogata. Drogata nelle relazioni e nella comunicazione, nei modelli giovanili e nelle illusioni di riscatto dalla crisi economica». Tutti hanno infine concordato: solo la repressione non serve, certamente non basta.