L’adolescenza non è una malattia ma dobbiamo occuparcene insieme

L’INCHIESTA QUOTIDIANO, 29 GENNAIO 2020 –

Dopo 30 anni di lavoro con i giovani difficili nella citt? di Cassino, qual ? il polso della situazione? Quali sono gli elementi di maggiore importanza nell?universo giovanile del nostro territorio?

Il dato pi? importante ? che noi questi ragazzi non li conosciamo affatto. Dobbiamo accettare il fatto che i tempi cambiano e dobbiamo smetterla di cercare di incastrare gli adolescenti nei nostri modelli di comportamento ideale. La verit? ? che l?unico modo di essere adolescenti in maniera sana ? quella di andare ?contro?: il conflitto ? la normalit? dell?adolescenza. E? il tempo delle grandi trasformazioni interiori ed esteriori di fronte al quale i ragazzi vorrebbero che il mondo fosse diverso, in sintonia con loro stessi. Ma questo ? impossibile, perci? ? naturale che siano ?contro?. Per questo con il progetto Selfie vogliamo chiedere ai ragazzi di scattarsi una fotografia che ci racconti i loro bisogni, i loro desideri, le loro sofferenze, il loro potenziale.

Essere ?contro? pu? essere naturale ma pu? anche sfociare nella trasgressione, nella devianza, nelle dipendenze. Cosa devono fare gli adulti in questi casi?

Viviamo nella societ? dell?insicurezza e della paura che nella vita degli adolescenti ? moltiplicata. Prima che i ragazzi facciano sciocchezze grosse bisogna saper essere presenti, in maniera educativa, sin dall?infanzia, in modo da confermare la robustezza dei legami e delle relazioni. L?alcol e le droghe, il gioco d?azzardo e i comportamenti spericolati spesso servono a mascherare un bisogno di appartenenza ad una societ?, innanzitutto familiare, che ? sempre pi? disgregata. L?aggregazione educativa ? la chiave di volta per invertire la tendenza. La famiglia, attraverso anche l?amicizia con altre famiglie, deve essere uno spazio di educazione alle relazioni. La scuola dovrebbe diventare una casa accogliente e formativa per i ragazzi, non pi? un contesto da odiare o, nel migliore dei casi, da mal sopportare. E questa ? una sfida aperta: fare in modo che le scuole il pomeriggio diventino luoghi di aggregazione giovanile.

Exodus ha cominciato le sue attivit? a Cassino 30 anni fa occupandosi di tossicodipendenti. Oggi la nuova emergenza sono gli adolescenti ?difficili?, su questo siete molto impegnati ma il mare dei bisogni educativi sembra immenso.

 Ormai tutti i giorni incontriamo persone che ci chiedono aiuto per questo. L?altra sera al supermercato una signora mi ha fermato chiedendo un aiuto per il figlio che ? in preda ad una dipendenza dal videogioco Fortnite. Ieri mattina una insegnante mi ha chiesto una riunione operativa a scuola per affrontare lo stesso problema con i suoi studenti. C?? un allarme videogiochi e social network di fronte al quale gli adulti si stanno chiedendo come affrontare il problema e chiedono aiuto. Nei prossimi giorni iniziamo un corso di formazione all?ITIS sulla gestione efficace della classe. In febbraio ripartono gli incontri formativi per genitori dell?Universit? della Famiglia. Con il Comune stiamo cercando di avviare un servizio di educatori domiciliari. Abbiamo bisogno di volontari, studenti universitari, insegnanti in pensione, persone che vogliono dare un po? del loro tempo per costruire una ?comunit? educante? capace di non delegare agli psichiatri la questione giovanile ma facendosene carico responsabilmente.

Per questo ripartiamo dalla conoscenza dei ragazzi. Cosa vi aspettate dal progetto di ricerca ?Selfie??

Vorremmo dedicare i prossimi mesi alla somministrazione del questionario in tutte le scuole, medie e superiori, di Cassino. Se riusciamo a finire il giro entro la fine di questo anno scolastico, a settembre potremmo presentare i risultati di questa ricerca e, in base a questi, strutturare un progetto di promozione del benessere giovanile nella nostra citt?. Sarebbe il modo pi? bello di celebrare il trentesimo anniversario di Exodus a Cassino. L?adolescenza non ? una malattia ma dei ragazzi dobbiamo occuparci insieme, cittadini, associazioni e istituzioni con competenza e senso di responsabilit? collettivo. Anche per questo, entro met? febbraio andremo rinnovare il protocollo d?intesa per l?attivazione di un Osservatorio sul disagio giovanile sottoscritto da Exodus, Universit? di Cassino, ASL di Frosinone e Comune di Cassino.

INTERVISTA DI LORENZO VITA

Gli adolescenti di Cassino, chi sono, cosa sperano, cosa temono

?Selfie? l?indagine nazionale sulla condizione giovanile fa tappa a Cassino

Si terr? marted? 28 gennaio alle 11, presso la Sala Restagno la presentazione del progetto Selfie agli Istituti scolastici di Cassino. Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Exodus e l?Universit? Bicocca di Milano.

Chi sono gli adolescenti, quali interessi hanno, cosa desiderano? La Fondazione Exodus, dopo oltre 30 anni di attivit? con i ragazzi, ha deciso di  realizzare una fotografia che racconti gli stili di vita dei ragazzi, scattata direttamente dagli interessati. 

Verranno affrontate problematiche critiche come l?uso dei social, la qualit? delle relazioni tra pari, l?uso del denaro, il rapporto con gli adulti. Lo scopo principale del progetto SELFIE ? quello di fornire elementi, spunti concreti relativi alla vita dei ragazzi e delle ragazze, utili ad una riflessione per insegnanti, genitori e studenti stessi. 

L?indagine vuole essere in primis uno ?strumento educativo? nelle mani degli attori della scuola, corpo docente, famiglia e studenti, allo scopo di migliorare la qualit? delle relazioni esistenti e di conseguenza, sul versante scolastico, tentare di migliorare la qualit? degli apprendimenti. 

Fino ad oggi la ricerca ha coinvolto oltre 70.000 studenti in tutta Italia ed ora ? la volta di Cassino. La proposta la far? direttamente Franco Taverna, coordinatore nazionale di Exodus, nell?incontro a cui sono stati invitati tutti i dirigenti scolastici del territorio. 

?La cosa pi? bella di Selfie ? ha detto don Mazzi ? ? che in molte scuole, dopo aver partecipato alla ricerca, i ragazzi hanno cominciato a confidarsi con professori e preside. Questo ci fa capire che dobbiamo lasciare aperte le nostre scuole ai ragazzi. La scuola deve diventare il luogo dove si torna a parlare, dove si torna a parlarci, dove tornano le relazioni che sono al di fuori dell’adulto e dei minori?.

?L’obiettivo ? aggiunge Luigi Maccaro ? ? quello di consegnare nelle mani di docenti, genitori e ragazzi una serie di riscontri concreti presi dalla vita reale degli adolescenti della loro scuola e di spunti di approfondimento per la pianificazione di interventi di miglioramento da realizzare proprio a partire dalle loro caratteristiche, dai loro punti di vista e dalle loro fragilit??. 

E infatti “Selfie” racconta di ragazzi e ragazze, quelli finora intervistati, che solo nel 41 per cento dei casi si confronta con un genitore perch? preferisce farlo con un amico; che nel 40 per cento dei casi va male a scuola perch? vive in un contesto monoparentale; che il 45 per cento dei ragazzi ha conosciuto persone tramite i social network; che il 65 per cento degli under 18 usa lo smartphone in classe anche se non potrebbe; che l’84 per cento dei bambini sotto i 10 anni ammette di aver iniziato a giocare d’azzardo ? comprando un “Gratta e vinci” ? grazie ai genitori.

Presentato in forma sperimentale nell’anno scolastico 2014/2015, il questionario “Selfie”, sottoposto attraverso un software e un link online, ? stato implementato grazie al supporto dell’Universit? Bicocca di Milano. “Selfie” ? stato utilizzato in vari istituti italiani per conoscere i teenager di oggi attraverso le risposte che loro stessi hanno dato negli ambiti di indagine: i dati personali, il tempo libero, l’uso di smartphone e social network, il budget settimanale, il rapporto con il gioco d’azzardo, quali sono comportamenti a rischio, quale immagine hanno del proprio corpo e la loro relazione con il cibo e, infine, la realizzazione di s?.

Per Enzo Salera, Sindaco di Cassino che ha voluto riconoscere il patrocino al progetto, ?la conoscenza degli stili di vita dei ragazzi ? un valido punto di partenza per i soggetti impegnati nella cura e nella crescita della popolazione giovanile, in particolare quella di fascia preadolescenziale, a livello scolastico, familiare e territoriale. Padroneggiare la situazione di partenza ? un’azione necessaria per poter porre in essere interventi mirati che possano prendersi carico delle criticit?, ma contemporaneamente valorizzare anche le potenzialit? di una generazione che necessita sempre pi? di un riconoscimento positivo e valorizzante. Questo progetto – continua Salera – mi sembra davvero un utile strumento di indagine e narrazione degli stili di vita giovanili attraverso un’approfondita attenzione al mondo di internet e a quello delle dipendenze, in particolare quella del gioco d’azzardo?.

Le Scuole secondarie di I e II grado, interessate a conoscere nei dettagli la proposta pedagogica di Exodus possono ricevere tutte le informazioni necessarie scrivendo a cassino@exodus.it